Nomisma. Gestione e Valorizzazione del demanio costiero: i modelli gestionali
Stabilimenti balneari, sarà l’asset class del futuro? Valore e fatturato.
Lo studio “Gestione e Valorizzazione del demanio costiero: i modelli gestionali”, realizzato da Nomisma, ha messo in luce una serie di cambiamenti strutturali dell’economia balneare sia sotto il profilo della domanda che dell’offerta. Analizzando un campione di 500 imprese balneari, dislocate lungo l’intera costa italiana, Nomisma stima un fatturato medio di circa 260.000 euro annui per impresa balneare, generato per il 50% dai “servizi tradizionali”, ovvero spiaggia, parcheggio e noleggio di attrezzature (lettini, ombrelloni e cabine). Il 48% proviene invece dagli introiti dei servizi bar e ristorante.
Un altro elemento che qualifica le concessioni a uso turistico-ricreativo è la ridotta dimensione della superficie occupata: come evidenzia l’indagine, il 72,3% non supera i 3.000 metri quadri e il 94,9% è inferiore a 10.000 metri quadri. Per quanto riguarda la distribuzione degli stabilimenti balneari, a livello regionale risulta in prima posizione l’Emilia-Romagna con 969 imprese (il 14,7% del totale), seguita dalla Toscana con 850 (12,9%) e dalla Liguria con 753 (11,4%).
Il turismo italiano, che rappresenta il 6,4% del PIL, è in grado di generare ottimi impatti economici per il Paese. La prevista apertura al mercato, successiva alla pronuncia della Corte di Giustizia Europea che limita il ricorso alle proroghe a partire dal 1° gennaio 2024, rappresenta un’opportunità di sviluppo per gli operatori interessati a sviluppare un’asset class nuova e in grado di professionalizzare ed efficientare l’offerta turistica italiana.
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