Agenzia delle Entrate. OMI Mercato immobiliare residenziale e non residenziale, secondo trimestre 2020
Il secondo trimestre del 2020 è il periodo nel quale, a seguito della crisi sanitaria per la diffusione della malattia da corona virus (COVID-19), a partire dalla fine di aprile, le misure di confinamento (lockdown) sono state progressivamente allentate fino alla ripresa quasi completa delle attività nel mese di maggio. Gli effetti economici sul settore immobiliare, causati in generale dal fermo delle attività, sono evidenti anche nei dati di questo trimestre, ma solo nei prossimi trimestri si potranno valutare pienamente gli effetti della crisi che ha interrotto una fase di crescita del mercato in atto dal 2014.
Le abitazioni – Dati nazionali e per area territoriale
L’inversione di tendenza dell’andamento dei volumi di compravendita nel settore residenziale con il crollo registrato nei primi mesi del 2020, viene accentuato nel secondo trimestre con il tasso tendenziale che registra un calo pari a -27,2%, oltre 43 mila transazioni in meno rispetto all’omologo trimestre del 2019; anche il dato destagionalizzato del NTN conferma la diminuzione, ripiegando sui livelli osservati nel 2017.
L’andamento negativo è generalizzato e colpisce in modo simmetrico capoluoghi e non capoluoghi. Anche tra le aree territoriali le differenze sono minime, con un impatto leggermente superiore alla media nazionale per il Mezzogiorno.
Il settore terziario-commerciale – Dati nazionali e per area territoriale
Le misure adottate dal Governo Italiano in occasione della recente epidemia da corona virus, che hanno sostanzialmente fermato gran parte dell’economia italiana e fortemente limitato il movimento dei cittadini, hanno determinato, come era prevedibile, l’impatto più significativo nel secondo trimestre dell’anno dopo che i primi effetti si erano manifestati già nel primo (con riferimento in particolare al mese di marzo). Il settore terziario-commerciale, dopo il -16,5% del semestre precedente, ha segnato, in questo secondo trimestre, un vero e proprio crollo dei volumi di compravendita, con un tasso tendenziale (-32,1%) inferiore
anche a quelli registrati nella crisi del mercato del 2012. In termini assoluti si sono perse, rispetto all’analogo periodo del 2019, quasi 9.000 compravendite, passando da circa 27 mila a poco più di 18 mila unità immobiliari scambiate.
I dati disaggregati per aree territoriali mostrano come il crollo interessi l’intero territorio nazionale; l’unica area con un calo inferiore al 30% (-25,2%) è il Nord Est. In tutte le aree territoriali i comuni capoluogo sono stati colpiti in misura maggiore rispetto ai comuni minori.
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